Archivio mensile:settembre 2010

ROSARIO LIVATINO

A noi di Aida piace ricordare Rosario Livatino con quanto da lui scritto in uno dei suoi appunti : “…quando moriremo, nessuno ci chiederà quanto siamo stati credenti, ma credibili….”perché questo concetto esprime chiaramente la grandezza del suo spessore morale che lo induceva ad essere estraneo e lontano da ogni forma di corruzione  e, soprattutto,  a non subire alcuna influenza dall’ambiente in cui viveva e lavorava.

Il giudice Livatino, persona molto riservata che non amava i primi piani, non faceva parte né di associazioni, né di club di alcun tipo, era fermamente convinto che la legge andasse applicata con il contributo e partecipazione della mente e del cuore e durante tutto il suo percorso di lavoro, prima come Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Agrigento e poi nel ruolo di Giudice a latere, questi furono i suoi parametri guida nell’applicarla .

Rosario Livatino era un giovane che amava la vita, la sua terra, il suo lavoro, era un giudice che, il 21 settembre 1990, mentre, alla guida della sua macchina e senza scorta, si recava in Tribunale percorrendo la SS 640 fu vittima di un attentato mafioso pagando con la propria vita la sua onestà.

Lui voleva fare solo onestamente il suo lavoro di giudice, la mafia siciliana lo ha fermato per sempre.

Corso potatore

Reggio, Provincia: assessore Scali presenta corso di formazione per potatore-innestatore

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=79486:reggio-provincia-assessore-scali-presenta-corso-di-formazione-per-potatore-innestatore&catid=1:ultime

Vogliamo che la nostra agricoltura sia qualificata e competitiva?Allora dobbiamo avere chiaro che i diversi lavori del mondo agricolo debbano essere svolti da personale specializzato.

La figura del  contadino capace di svolgere ogni lavoro appartiene ormai ad un mondo arcaico che deve restare nella nostra memoria come radice della vita agricola del nostro paese .

Così come oggi la meccanizzazione  e quindi l’uso di mezzi agricoli altamente specializzati negli usi a cui sono destinati ha bisogno di personale in grado di manovrali con sicurezza e celerità, allo stesso modo, i vari settori dell’agricoltura hanno bisogno  della figura del tecnico di settore capace di potare, innestare, usare fitofarmaci e svolgere qualunque lavoro con la perfetta conoscenza delle pertinenze relative al lavoro che è chiamato a svolgere.

Del vecchio mondo contadino dobbiamo fare religiosa memoria dei  suoi suggerimenti e tenere sempre in gran conto le deduzioni nate dalle sue esperienze, ma dobbiamo vivere ed operare di pari passo con le richieste del mercato agricolo che corre sui binari della competitività e non si può essere competitivi se non si è aggiornati e qualificati

OLIVI DELLA PIANA

Cose nostre : gli ulivi della Piana

I cultivar  Ottobratica e Sinopolese sono i testimoni del divenire nei tempi della vita agricola della Piana di Gioia Tauro ,  occupano infatti circa il 70% del territorio agricolo della zona e  con un numero di circa  2.400.000 piante raccontano la storia di una economia basata sulla produzione dell’olio .

Sono alberi che  raggiungono mediamente i 20 metri di altezza , ma alcuni hanno un’altezza maggiore e tronchi che in genere occupano una superficie di circa13 mq.

Sono stati i numi tutelari della vita agricola della Piana e rappresentano un sistema olivicolo che per le sue caratteristiche  morfologiche ed ambientali ha una unicità che merita protezione.

Gli ulivi secolari della Piana bisogna siano protetti dall’uso indiscriminato delle motoseghe e dallo sradicamento per lucro.Gli alberi secolari della Piana non devono essere sdradicati, mutilati e venduti al nord o addirittura all’estero.

Proteggiamoli!

Difendiamo le cose di casa nostra!

Occhio alle piogge autunnali

Lebbra, piombatura, fumaggine e soprattutto occhio di pavone sono i patogeni da cui guardarsi con l’arrivo delle piogge autunnali

Cicloconio o occhio di pavone (Cycloconium oleaginum): E’ la malattia più dannosa sull’olivo. Il fungo attacca tutti gli organi verdi della pianta ma soprattutto il sistema fogliare comportandone la defogliazione con conseguente riduzione dell’attività fotosintetica e metabolica delle piante. Si combatte con prodotti rameici

Piombatura  0   cercosporiosi. Agente patogeno :  Mycocentrospora  cladosporoides.Si conserva come conidio sulle foglie infette, o anche come saprofita nel terreno. La penetrazione nei tessuti dell’ospite è diretta.Il tessuto colpito sono le foglie sulla cui pagina inferiore appaiono delle macchie vellutate, fuligginose, in corrispondenza delle quali compaiono, sulla pagina superiore, aree        clorotiche. Si combatte con prodotti rameici

Lebbra : Agente patogeno: Colletotrichum   gleosporioides . Si conserva sotto forma di periteci, di micelio o di conidi nei frutti marciti, nei semi, nei residui vegetali. Penetra attraverso aperture naturali (stomi, lenticelle) o ferite.I tessuti colpiti sono rami, foglie, frutti e talvolta anche i fiori.La presenza del patogeno è riscontrabile per eventuali macchie aride, biancastre, tondeggianti o irregolari sui rami che disseccano con caduta di foglie e frutti. Sui frutti si manifestano invece macchie brune più o meno chiare, spesso nel punto di inserzione del peduncolo. Sulle foglie, invece, macchie dapprima verde chiaro poi bruno, prevalentemente lungo i margini.Si combatte con prodotti rameici

Fumaggine si manifesta come conseguenza degli attacchi delle Cocciniglie, le quali producono sostanze zuccherine, si può avere lo sviluppo sulle diverse parti colpite, di un fungo che si presenta come se sulla pianta si fosse depositata una patina nera, da ciò il nome di Fumaggine. La malattia si cura combattendo innanzitutto la causa che l’ha provocata, cioè la “melata” e aerando la chioma, qualora risultasse necessario è possibile intervenire contro le forme giovanili delle cocciniglie, le neanidi, con insetticidi che agiscono per contatto oppure anche con olio bianco. Una volta eliminata la causa della fumaggine è possibile sciogliere la melata, eliminando quindi anche il micelio (feltro) nero, mediante saponi di potassio o lavaggi con urea.


LOTTA CONTINUA

Mai abbassare la guardia  durante la lotta alla mosca olearia  e quindi verificare durante i mesi estivi se il caldo  ha fatto evaporare il contenuto delle bottiglie con aceto e miele suggerite dal nostro amico di Vertine Andrea Pagliantini o di quelle riempite con acqua zucchero e sarde  suggerite dall’agronomo Fortunato La Capria di Palmi Noi abbiamo usato i rimedi di poco costo usate dai nostri nonni e le nostre ulive sono sane. Chi era titubante ha usato sia gli antichi che i nuovi rimedi e chi non ha dato credibilità ai nostri suggerimenti ha usato prodotti la cui azione è limitata nei tempi e…. affari suoi!

Annata Olearia

La campagna della Piana ha ripreso a vivere con i colori,  i rumori e le voci che indicano chiaramente l’inizio della nuova annata olearia, infatti di buon mattino lungo le strade comunali trattori di ultima generazione camminano superando trattori asmatici per annosi utilizzi.

La trincia, ingrassata e controllato il livello dell’olio è pronta per essere montata dietro ai trattori per tagliere l’erba cresciuta con l’ultima pioggia.

Secondo il tipo di raccolta che si andrà a fare si prepara il terreno

Nei terreni scoscesi si stenderanno le reti per raccogliere le olive che cadranno per raggiunta maturazione.

I pettini elettrici faranno cadere sui teloni le olive dai rami di alberi piantati con l’intento di farli crescere bassi.

Il “ lamierone “ provvederà a compattare il terreno per la raccolta da terra con la raccoglitrice meccanica.

Sugli alberi più alti e con i rami di grosso diametro interverranno le macchine che scuotendoli faranno cadere le olive sui teloni.

Intanto i polloni sono stati tagliati e dopo essere stati lasciati seccare sul terreno per qualche giorno vengono ammucchiati e bruciati

Ogni lavoro sotto l’occhio vigile del cane!

FERMIAMO LA VIOLENZA SUGLI ANIMALI

un uomo gli ha cucito le palpebre.........

un uomo ha fatto mostruosi esperimenti sui suoi arti........il dolore di questa scimmia grida alla cattiveria di un uomo.....NO ALLA VIVISEZIONE

La inutile pratica della vivisezione permette a medici macellai di perpetrare barbarica violenza su animali; la vivisezione non è solamente fare a pezzi un animale, ma è anche iniettare nel loro organismo terribili virus, sperimentare micidiali misture che, dopo lunghe dolorose agonie, li porta ad una morte dolorosa.

http://www.laboratoricriminali.cjb.net
– http://vivisection-absurd.org.uk/warning.html

25 SETTEMBRE 2010 ROMA
CORTEO ANTIVIVISEZIONE
SALVIAMO I CANI DI GREN HILL

ROMA – Sabato 25 settembre 2010

CORTEO NAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE

Ore 15.00  Piazza della Repubblica

Per chiudere Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai

laboratori!

Questo è il sito:
http://www.fermaregreenhill.net/wp/

Ferdinando Piccolo

Ferdinando Piccolo è un calabrese di 23 anni  studente del corso di Giornalismo all’Università di Messina, scrive per il Quotidiano, e, nella sua duplice veste di calabrese che ama la sua terra e di giornalista ha scritto della ‘ndrangheta, male antico della Calabria.

AIDA crede che non ci sia un calabrese che non sappia della ‘ndrangheta, della sua organizzazione militare, dei suoi rapporti malati con i santi che erge a suoi protettori, di Polsi e delle riunioni che in questo luogo si tengono ogni anno a conferma di patti mafiosi sanciti sotto l’egida della Madonna di fronte alla cui immagine si inginocchiò persino un torello.

Tutto questo lo sa la gente e lo sa lo Stato.

Ma lui, Ferdinando Piccolo, di tutto questo ha scritto su un giornale ed ha rinverdito la memoria di chi  credeva che la storia dei tre cavalieri fosse passata nella fase del dimenticatoio ed ha riportato davanti alle nostre coscienze la situazione dei connubi che hanno fatto di una terra bellissima, la nostra Calabria, una terra di violenza, di malaffare , di assenteismo dello Stato .

La ‘ndrangheta ha bisogno del silenzio delle coscienze civili per portare a termine i suoi progetti criminosi e quindi  chi osa fare una breccia in questo muro va intimidito.

I silenzi dello Stato pesano sulle coscienze di chi di mafia soffre, di mafia ha visto segnare a lutto la sua casa!

SILENZIO  è la strada percorsa dalla mafia.

Intimidazione e morte sono le armi usate dalla mafia per punire chi osa infrangere la regola del SILENZIO imposta  dalla ndrangheta.

Ferdinando Piccolo  è stato intimidito così come lo sono stato altri giornalisti che hanno scritto la verità sulla ‘ndrangheta e su quei connubi che hanno permesso alla ‘ndrangheta di lievitare assurgendo ad Antistato sempre presente sul territorio.

Ma la Calabria non è solo  ‘ndrangheta, la Calabria è  terra di giovani che vogliono riappropriarsi dei destini del loro futuro, è la terra di giovani onesti e coraggiosi come lo è Ferdinando Piccolo, è la terra di tutti quei giovani che insieme a lui dicono NO al malaffare ed a ogni connubio mafia-stato-politica.

Non dimentichiamo che il partner più importante della mafia è lo Stato perché è con lui, con lo Stato, che la mafia fa i suoi affari importanti infatti la  forza della ‘grangheta nasce dalla sua economia, parallela e sotterranea al modello di economia statale.

“…….Con un utile annuo pari a 90 miliardi di euro, una cifra equivalente a cinque manovre finanziarie o, se si preferisce, alla somma di otto “tesoretti”, l'”azienda mafiosa” si classifica al primo posto nella classifica dell’imprenditoria italiana. Un primato difficile da spodestare, dato che il giro d’affari che ruota intorno a sfruttamento della prostituzione, traffico di droga e armi, estorsione, rapine e usura non sembra conoscere crisi………..”Uno degli elementi che colpisce maggiormente – sottolinea il documento – è l’espansione della cosiddetta “collusione partecipata”, un fenomeno che investe il gotha della grande impresa italiana, soprattutto quella impegnata nei grandi lavori pubblici. Gli imprenditori preferiscono venire a patti con la mafia piuttosto che denunciare i ricatti”.

AIDA è accanto  a Ferdinando Piccolo nella lotta alla ‘ndrangheta.

L’olio della Piana

L’olio è stato considerato per lungo tempo l’oro nero della Piana di Gioia Tauro e  come tale incideva su una economia che apparteneva solo ai ricchi proprietari e questo accadeva quando il prezzo dell’olio non solo permetteva di coprire i costi della produzione, ma anche di depositare delle somme in banca. In quel tempo il buco nell’ozono non impediva alle stagioni di avvicendarsi con il previsto andamento climatico per cui non succedeva quasi mai che piogge alluvionali distruggessero il raccolto di un intero anno di lavoro e gli olivi secolari che raggiungevano quasi i trenta metri di altezza producevano ciascuno mediamente  80 misure di olive . L’ olio  non sempre era di ottima qualità perché le olive si raccoglievano da terra, ma era tanto.

Gran parte dell’olio della Piana finiva al nord dove cambiava paternità

In quegli anni i produttori olivicoli riuscirono a mettere da parte tanti bei soldini anche perché il lavoro agricolo non era sufficientemente tutelato e soprattutto le donne, alle quali era affidata la raccolta delle olive, venivano sfruttate e sottopagate, infatti lavoravano dalle sette del mattino sino all’imbrunire  raccogliendo con le mani usate a mo’ di macchinetta le olive da terra per poi depositarli nei marinaru. Più sacchi riuscivano a riempire qualche lira in più portavano a casa.

Poi un giorno……..arrivarono gli aiuti della  CE e poiché nel mondo ci sono le persone dotate da madre natura di una mente altamente speculativa nacquero le varie associazioni che presero a cuore la vita dell’olio, ma soprattutto attenzionarono la gestione dei contributi agli olivicoltori.

Furono anni d’oro per tutti e ci volle del tempo prima che la Comunità Europea si accorgesse delle truffe che erano sorte su dichiarazioni “bugiarde” degli olivicoltori assistiti, ovviamente, da partner compiacenti, ma la giustizia in Italia è lunga e ferruginosa e molti procedimenti giudiziari finirono per decorrenza termini e tutto ricominciò come prima.

I produttori si riunirono in associazioni con il compito prioritario della gestione delle domande di aiuto ed ovviamente la forza di una associazione dipendeva dal numero degli associati che, con la quota associativa in percentuale al volume della quantità d’olio dichiarato, permetteva all’associazione la gestione di un congruo capitale.

Di come le varie associazioni abbiano gestito il capitale è inutile oggi parlarne perché il tutto, fondi comunitari e loro gestione, appartiene ad un passato che, se ha prodotto per alcuni ricchezza, per quanto riguarda la produzione dell’olio e l’olivicultura in genere non è stato di  particolare di aiuto a nessuno dei due in quanto non ha migliorato la qualità dell’olio ed ha indotto un certo tipo di olivicoltore a non prestare l’attenzione di un tempo ai suoi olivi.

L’aforisma di Eraclito “ panta rei” che investe ogni aspetto della vita, ricorda alle varie associazioni che di stabile non c’è nulla e tutto, come un fiume, scorre, si trasforma e quando l’aforisma raggiunge il mondo olivicolo e quindi i carrozzoni ad esso legati suggerisce loro di imbrigliare quel fiume di soldi in un progetto che riesca a trattenere gli olivicoltori anche quando la Comunità Europea chiuderà i rubinetti di aiuti.

Noi di AIDA vogliamo porre alcune domande al Presidente ed al VicePresidente del CONASCO ieri associazione oggi cooperativa che, ieri come oggi, rivolge la sua attenzione al mondo della olivicoltura.

Di questo ve ne daremo contezza quando le nostre domande avranno risposta.

AUTUNNO

L’estate è finita e con lei  sono finite le lunghe giornate di sole, lo smalto di amori nati con la consapevolezza di una vita breve e fragile  e tutte quelle cose nate al sole, cresciute alla sua luce e dimenticate sulla battigia insieme ai vetri colorati, alle pietre levigate dall’acqua, alle lische di pesce, a memorie in balie di onde come inutili resti di legni di un battello fantasma………..!

……ed ecco ritornare i colori caldi  dell’autunno, le campagne ripopolarsi, i campi chiedere di essere ripuliti, la terra di essere preparata per la nuova semina e tutto ricomincia ……

……e ritorna anche il tormentone dei si e dei no della politica….!

…ma ora godiamoci i colori dell’autunno!